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12 Dicembre - IO SCIOPERO

01-12-2025 11:16 - Le nostre news
La Legge di Bilancio non risponde ai bisogno di chi per vivere deve lavorare e non affronta i problemi del Paese. Il 12 dicembre scioperiamo e scendiamo in piazza per chiedere a Parlamento e Governo di ascoltare le ragioni del mondo del lavoro

■ Lavoratori e pensionati hanno pagato 25 miliardi di tasse in più

Lavoratori e lavoratrici, pensionate e pensionati si sono trovati negli ultimi tre anni a pagare 25 miliardi di tasse in più a causa del

drenaggio fiscale conseguente alla mancata indicizzazione dell’Irpef.

Si va dai 700 euro di perdita netta per un reddito da 20.000 euro, ai 2.000 euro di perdita per un reddito da 35.000.

Questa clamorosa ingiustizia fiscale penalizza i soli redditi fissi (non chi è in flat tax, non le rendite, non i profitti). È un meccanismo che

va assolutamente fermato.

Sanità, istruzione, non autosufficienza, casa e sicurezza sempre più trascurate

Questo maggior gettito, inoltre, non è stato neppure destinato dal governo alla spesa sociale. Si pensi alla sanità pubblica: con questa

manovra il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale in rapporto al Pil scenderà nel 2028 sotto il 6%, il livello più basso degli ultimi

decenni. Già oggi quasi 6 milioni di persone rinunciano a curarsi, e la spesa sanitaria privata a carico delle famiglie vale ogni anno oltre

43 miliardi di euro.

Non ci sono risorse adeguate per la sanità, per le scuole, per l’assistenza agli anziani, per garantire il diritto alla casa, per migliorare il

trasporto pubblico, per salvaguardare la salute e la sicurezza dei lavoratori, che infatti continuano a morire come e più di prima. Per

acquistare le armi, però, i soldi si trovano, e li si prende pure a debito.

■ Pensioni: viene peggiorata la Legge Fornero!

Le politiche di austerità riguardano anche la previdenza, con un ulteriore aumento dell’età pensionabile, che colpirà il 99% delle

lavoratrici e dei lavoratori, e con l’azzeramento di ogni forma di flessibilità in uscita (comprese le già insufficienti “opzione donna” e

“quote varie”). Sulle pensioni, Meloni e Salvini sono riusciti a fare peggio di Monti e Fornero.

■ Sempre più giovani fuggono dall’Italia

Le condizioni in cui versa il Paese peggiorano di giorno in giorno: la crescita è allo “zero virgola”, ormai prossima alla recessione; il

processo di deindustrializzazione prosegue ormai da tre anni; l’occupazione cresce solo per gli over 50, mentre si contrae ed è sempre

più precaria per le nuove generazioni, con centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che fuggono dall’Italia alla ricerca di un lavoro

dignitoso e di una vita migliore. Questa è la situazione reale del Paese, che il Governo non fa assolutamente nulla per affrontare.

■ Gli obiettivi dello sciopero generale

Lo sciopero generale ha due obiettivi: sostenere le categorie in tutte le vertenze aperte con le controparti per il rinnovo dei contratti

scaduti, perché i salari vanno alzati innanzitutto con la contrattazione; lanciare una vera e propria vertenza – tutta di merito – nei

confronti del Governo, per cambiare la Manovra di Bilancio sulla base delle nostre richieste.

■ Cosa chiediamo

▪ la restituzione del fiscal drag e la sua neutralizzazione per il futuro;

▪ il rinnovo di tutti i contratti nazionali di lavoro privati e risorse aggiuntive per i Ccnl pubblici per difendere e rafforzare il potere

d’acquisto, cui affiancare una vera detassazione degli incrementi per tutte e tutti;

▪ il rafforzamento e le’ stensione della quattordicesima per pensionate e pensionati;

▪ il blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile per tutte e tutti, una maggiore flessibilità in uscita e una pensione

contributiva di garanzia per precari e discontinui;

▪ vere politiche industriali per i settori manifatturieri e per i servizi, per innovare il nostro sistema produttivo, governare la transizione

ambientale e digitale, difendere l’occupazione e creare nuovo lavoro di qualità;

▪ la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, anche cambiando il sistema degli appalti;

▪ il contrasto alla precarietà e al lavoro povero, nero e sommerso;

▪ il rafforzamento del sistema pubblico dei servizi: sanità, istruzione e ricerca, non autosufficienza, emergenza casa, diritto allo

studio, trasporto pubblico;

▪ risorse per le riforme della non autosufficienza, disabilità e assistenza territoriale, e politiche a sostegno della genitorialità;

▪ un piano straordinario di assunzioni e stabilizzazioni del lavoro precario nei settori pubblici;

▪ investimenti e misure per eliminare i divari di genere occupazionali e salariali;

▪ una vera strategia per il rilancio del Mezzogiorno.

■ Prendiamo i soldi dove sono e diciamo No alla folle corsa al riarmo

Per fare tutto questo ci sono due precondizioni.

La prima: andare a prendere i soldi dove sono (profitti, extra profitti, grandi ricchezze, evasione fiscale), anche chiedendo un

contributo di solidarietà all’1% della popolazione più ricca, per finanziare politiche a beneficio del restante 99%. La nostra proposta

garantirebbe 26 miliardi all’anno in più, per finanziare tutto ciò che rivendichiamo, a partire dalla sanità.

La seconda: rinunciare alla folle corsa al riarmo, che mira a convertire la nostra e quella europea in un’economia di guerra, e che

sottrarrà un’ingentissima mole di risorse alle vere priorità economiche e sociali del Paese. Solo per l’Italia, parliamo di quasi 1.000

miliardi di euro, se si vuole davvero raggiungere il 5% del Pil entro il 2035.
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