La FILCTEM ai tempi del covid
07-09-2020 12:20 - TimeLine
Chiunque senta pronunciare la parola “sindacato“ corre, anche inconsapevolmente, ad immagini aggregative rappresentate da riunioni, coordinamenti, assemblee, cortei, distanze fisiche quasi azzerate per ascoltarsi meglio e mani che a volte invocano distanza o che, il più delle volte, fortunatamente, si stringono. Il Covid, oltre i suoi effetti devastanti a tutti ben noti, ha spazzato via il nostro sistema strutturato di relazioni ed ha trasformato il nostro ruolo e il nostro agire : richiedere la chiusura di un sito perché non essenziale è sicuramente.
un inedito per un sindacalista, accelerare il ricorso agli ammortizzatori sociali laddove non potevano essere garantite le condizioni di sicurezza ha sancito che non stavamo più occupandoci solo delle condizioni lavorative, ma della vita di quelle lavoratrici e quei lavoratori.
Questa news letter ha l’ambizione di riassumere in qualche pagina questi mesi concitati zeppi di “fatti”, dove le basi di partenza sono state le più variegate e quindi anche le soluzioni trovate non sono mai state le stesse, ogni accordo raggiunto è una storia a sé e va letto così come lo abbiamo vissuto : con l’imperativo di garantire le massime condizioni di sicurezza a chi continuava a prestare attività, con la priorità di virare verso modelli organizzativi e produttivi coerenti con le norme anti contagio, con la ricerca di soluzioni ad hoc per evitare il ricorso agli ammortizzatori, con la corsa all’esame congiunto di aziende prima sconosciute per garantire tutela anche se “riguarda solo una risorsa questa cassa” ,ma sapevamo che all’esame congiunto ci saremmo stati lo stesso.
un inedito per un sindacalista, accelerare il ricorso agli ammortizzatori sociali laddove non potevano essere garantite le condizioni di sicurezza ha sancito che non stavamo più occupandoci solo delle condizioni lavorative, ma della vita di quelle lavoratrici e quei lavoratori.
Questa news letter ha l’ambizione di riassumere in qualche pagina questi mesi concitati zeppi di “fatti”, dove le basi di partenza sono state le più variegate e quindi anche le soluzioni trovate non sono mai state le stesse, ogni accordo raggiunto è una storia a sé e va letto così come lo abbiamo vissuto : con l’imperativo di garantire le massime condizioni di sicurezza a chi continuava a prestare attività, con la priorità di virare verso modelli organizzativi e produttivi coerenti con le norme anti contagio, con la ricerca di soluzioni ad hoc per evitare il ricorso agli ammortizzatori, con la corsa all’esame congiunto di aziende prima sconosciute per garantire tutela anche se “riguarda solo una risorsa questa cassa” ,ma sapevamo che all’esame congiunto ci saremmo stati lo stesso.
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