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E-Distribuzione: ai molti dubbi servono rispote certe e immediate

20-10-2020 08:58 - Le nostre news
In un Paese dove la dietrologia va molto di moda non dovrebbe sorprendere se in molti si sono posti questa domanda dopo aver letto un articolo apparso sulla stampa pochi giorni fa.

L’articolo si riferisce all’entrata nel Consiglio di Amministrazione del Gruppo PSC spa di alcuni ex dirigenti ben noti per incarichi di primo piano ricoperti all’interno delle più grandi aziende elettriche del settore.

Il Gruppo PSC è un’importante impresa in cui operano oltre 700 addetti e che svolge lavori in appalto, già da tempo, per varie aziende tra le quali anche Enel.

Sempre rimanendo ai fatti dobbiamo considerare almeno tre elementi:

- La decisione di e-Distribuzione di voler esternalizzare ulteriori attività “core” come le manovre di esercizio, che ha provocato lo sciopero generale di tutto il personale;
- L’obbligo, solo rinviato, di dover esternalizzare almeno l’80% dei lavori svolti in concessione (art. 177 codice appalti) che riguarderà anche Enel.
- La indisponibilità di Enel a ricoprire le ormai insostenibili carenze di organico.

In questo scenario, per i più sospettosi, le analogie non possono che saltare all’occhio facendo nascere ulteriori domande:
C’è un legame tra la decisione, fortemente voluta dalla dirigenza di e-Distribuzione, di voler esternalizzare le manovre di esercizio e l’entrata di alcuni ex dirigenti nel Consiglio di Amministrazione del succitato Gruppo?

La scelta di esternalizzazione può essere propedeutica a formare addetti di PSC Spa su attività esclusive elettriche per predisporsi nel migliore dei modi nella fase di aggiudicazione di altre attività che usciranno a causa dello scellerato articolo 177?

E’ normale che già oggi PSC svolga lavori di ricerca guasto per e-Distribuzione utilizzando ex addetti Enel in isopensione?

NOI NON SIAMO SOSPETTOSI MA GUARDIAMO AI FATTI
E RITENIAMO CHE SIA SOPRATTUTTO INTERESSE DI ENEL CHIARIRLI.

Siamo abituati a confrontarci, a trovare soluzioni o anche a confliggere ma sempre in uno spirito di correttezza.
Quei sospetti, che si sono già diffusi tra il personale, vanno chiariti, specialmente in una fase delicata come questa dove si è avviata una fase di conflitto che coinvolge oltre 15 mila lavoratori.

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